sabato 5 ottobre 2013

Il delitto Murri... fatti di gente perbene

L'assassinio del conte Bonmartini poteva restare un episodio di cronaca nera dell'Italia d'inizio Novecento e invece, coinvolgendo i figli del clinico Augusto Murri, scienziato e razionalista, divenne il caso giudiziario più discusso dell'epoca giolittiana. Giornali, pubblicazioni a dispense, cartoline illustrate, fogli volanti, volumi stampati ancor prima della conclusione del dibattimento fecero di questo episodio giudiziario il primo vero caso mediatico e un fenomeno collettivo di grande portata sociale. Se ne è discusso ieri sera nella serata di apertura del Festival Giallo Mar(ch)e con Valeria Babini, docente di Storia della Scienza presso l'Università di Bologna, autrice per Il Mulino del libro "Il caso Murri. Una storia Italiana".

Carlo Pagliacci e Valeria Babini
"Sono felice - ha detto l'autrice - perché è la prima volta che presento il libro nelle Marche e soprattutto a Fermo, città d'origine della famiglia Murri". Babini ha ricostruito la vicenda davanti a un platea numerosa e attenta nella sede della Contrada Castello di Fermo. Il conte Bonmartini, marito di Linda, figlia di Augusto Murri, viene ucciso a coltellate il 28 agosto 1902 dall'altro figlio del celebre medico, Tullio Murri. E' lo stesso professore a denunciare la colpevolezza del figlio, dichiarando che questi avrebbe agito per legittima difesa. Tullio è avvocato, consigliere a Bologna tra le file dei socialisti. Con lui vengono accusati e arrestati Pio Naldi, medico, considerato suo complice, la sorella Linda accusata di essere la mandante e il suo amante Carlo Secchi, medico e allievo del padre. Infine Rosina Bonetti, l'amante di Tullio e guardarobiera di casa Murri.  Ma più ancora Valeria Babini ha delineato il quadro culturale e politico per cui quel fatto divenne oggetto di strumentalizzazione ideologica e usato per attaccare la scienza e il pensiero razionale.  


"Linda - ha aggiunto - è un personaggio complesso, che oggi avremmo 
pienamente compreso: un matrimonio sbagliato, la ricerca della felicità, la volontà di non sottostare alle decisioni del marito, una seconda maternità non voluta". Sollecitata da Carlo Pagliacci, ideatore del Festival, la Babini ha spiegato la sua tesi: "Io sposo la ricostruzione di Linda. Lo scrive in un libro a cui ha affidato le sue memorie: tutti in famiglia volevano la morte del Conte e questo sentimento armò la mano di Tullio''.  Sullo sfondo una madre, religiosissima, che Linda descrive come avara di affetti. E proprio a lei, a Nannina, l'autrice ha dedicato un altro volume, edito da A/e, in cui  ha raccolto il carteggio tra l'allora giovane scienziato e  la donna che diventerà sua moglie, molto diversa da lui.

A seguire la presentazione del film “Fatti di gente per bene”, regia di Mauro Bolognini, David di Donatello nel 1975 come miglior film, che ricostruisce in maniera un po’ romanzata l’intera vicenda, con Giancarlo Giannini  e Catherine Deneuve nel ruolo dei due fratelli Murri.

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